Gld costruzioni e l’insussistenza dell’interdittiva antimafia

Gld costruzioni e l'insussistenza dell'interdittiva antimafia
Sede Gld costruzioni srl - immagine web -

Emessa dal prefetto Ciaramella, slegata dalle vicende del reportage di La7 su Formia e camorra

Non ce ne vogliano i professionisti dell’antimafia parolaia e ciarliera in servizio permanente effettivo che, permetteteci di scriverlo, la camorra e i suoi scendiletto non temono affatto ma, anzi, benedicono perché innocui e inefficaci, nella lotta alla criminalità organizzata, al pari del paracetamolo usato per guarire un male incurabile; ma l’interdittiva antimafia contro la Gld costruzioni srl con sede legale in Formia, emessa in queste ore da una dei loro paladini, insieme al questore di Latina dott. Fausto Vinci, il prefetto del capoluogo pontino dott.ssa Vittoria Ciaramella, è, a nostro modesto parere di cronisti ed osservatori dei fatti, un atto fondato sul nulla che, siamo convinti, poco o punto aiuterà nel dipanare la nera matassa delle infiltrazioni criminali sul territorio di Formia e dell’intero Sud della provincia di Latina.

Gli antefatti

Ben prima che la ditta edile di proprietà della famiglia Diana, originaria della provincia di Caserta ma trapiantata a Formia, balzasse ai (dis)onori della cronaca nazionale per l’ormai nota puntata di “Piazzapulita” – condotta dal giornalista televisivo Corrado Formigli – nella quale veniva mostrato un presunto inchino della statua del locale santo protettore in prossimità della propria sede in quel di via Abate Tosti in Formia, di essa si era parlato, almeno a livello locale, per due ragioni, scisse tra loro:

una foto dell’allora rappresentante legale della società di costruzioni, Luigi Diana, con il neoeletto primo cittadino dell’ex Perla del Tirreno, Gianluca Taddeo, in occasione dell’elezione di quest’ultimo a sindaco della città;

il presunto coinvolgimento, mai dimostrato e mai provato dagli inquirenti, in qualità di mandante, dello stesso Luigi Diana nell’attentato a colpi d’arma di fuoco a scapito della persona del Bardellino Gustavo: nipote del fondatore del clan dei Casalesi Antonio e dipendente della concessionaria “Buonerba Auto” in località Santo Janni di Formia, luogo in cui, in un oramai lontano mese di febbraio del 2022, fu raggiunto dai colpi a lui diretti ed esplosi – presumibilmente, anche qui il condizionale è d’obbligo perché le indagini fin qui condotte, sotto l’egida della DDA di Roma e dei sostituti procuratori Corrado Fasanelli e Luigia Spinelli, dall’Arma dei carabinieri di Formia, non hanno condotto a nulla – dal primo marito di Katia Bidognetti, tal Giovanni Lubello.

L’interdittiva antimafia e i motivi insussistenti

Sottolineato che, forse proprio a causa dei riflettori accessi da magistratura e forze dell’ordine sulla sua persona, nel 2023 Luigi Diana cede il ruolo di rappresentante legale della Gld costruzioni srl a suo padre Giacomo, originario di San Cipriano d’Aversa, su informativa dell’Arma dei Carabinieri, nella giornata di ieri, lasciando ben trapelare che l’atto non è suggerito dalla messa in onda della succitata trasmissione televisiva, la prefetta di Latina, Vittoria Ciaramella, ha emessa un’interdittiva antimafia motivata, udite udite, nientepopodimeno che per i rapporti di parentela dei Diana, padre e figlio, da parte di moglie e madre, con la nota famiglia, in odore di collusione, dei Mastrominico. A questo, poi, si aggiungerebbe la presenza, tra i dipendenti della Gld coistruzioni srl, di un paio di soggetti con precedenti per reati aggravati dall’uso del metodo mafioso.

In altre parole, il nulla mischiato col niente che, però, è bastato alle “solerti” autorità della provincia di Latina, la Prefettura ed il Comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri, per partorire ed emettere un provvedimento che sa tanto di giustificazione a posteriori della propria fin qui “latitanza” nell’attenzione verso i fatti di camorra sul territorio da dare in pasto a quella parte dell’opinione pubblica brava a indignarsi sui social e a bersi ogni insussistente atto prodotto dalle suddette autorità, come questa interdittiva antimafia emessa per i succitati motivi che, parole loro, “non consentono di escludere – ma neppure dimostrano, parole nostre – l’influenza ed il possibile condizionamento mafioso nei confronti della Gld“.

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