Taverna Santa Chiara e statuto Abc: dichiarazioni Sergio D’Angelo

Taverna Santa Chiara e statuto Abc: dichiarazioni Sergio D'Angelo
Sergio D'Angelo

Sergio D’Angelo, capogruppo in Consiglio comunale di “Napoli Solidale“, ha diffuso due note stampa sul caso mediatico della ristoratrice napoletana Nives Monda e sulle modifiche allo statuto di Abc, l’azienda speciale pubblica che gestisce l’acqua nella città di Napoli.

In merito alla vicenda della presunta discriminazione di una coppia di turisti israeliani presso la Taverna Santa Chiara, D’Angelo, in un lungo ed articolato comunicato stampa, ha dichiarato che “anche a Napoli avviene un grave episodio di censura della libertà di opinione, dopo l’emblematico caso del panificio di Ascoli Piceno i cui gestori sono stati identificati dalla polizia per aver esposto uno striscione per celebrare il 25 aprile. Fuori da ogni retorica di parte è bene sottolineare politicamente la similitudine tra i due accadimenti, proprio perché i valori del 25 aprile, dell’antifascismo e della realizzazione della democrazia in Italia vanno celebrati ogni giorno. Davanti a questi episodi è necessario essere chiari ed assumere posizioni politiche chiare a difesa della libertà di esprimere le proprie opinioni, se questo avviene in maniera pacifica e rispettosa del confronto democratico, del diritto a sostenere la legalità internazionale.  La censura alla libertà di opinione, il rafforzamento del pensiero unico o la sua passiva accettazione sono stati i prodomi del fascismo e del nazismo con il genocidio del popolo ebraico. In quegli anni, come di nuovo oggi con il popolo palestinese, le politiche autoritarie sono accettate nel quotidiano quale normalità a cui assuefarsi, quella che Hanna Arendt ebbe a definire la ‘banalità del Male’. Quell’accettazione quotidiana del male che porta a perdere la propria dimensione etica e morale e creare omologazione del pensiero di cui si nutrono le politiche autoritarie e antidemocratiche. Un’omologazione che va contrastata con il pensiero critico, lo stesso espresso dalla nostra concittadina. Non possiamo accettare di tacciare una cittadina come Nives Monda di assumere posizioni violente, filo terroristiche e anti ebraiche quando la posizione espressa è quella di condanna alle politiche del Governo israeliano. Condanna alle politiche di genocidio e pulizia etnica che sono realtà storica contemporanea poiché già espresse formalmente in questi ultimi anni da diversi Governi, dall’Alto Rappresentante degli esteri della Commissione Europea, dal Segretario Generale delle Nazioni Unite ed in ultimo dalla Corte Penale dell’Aja che ha inquisito il premier israeliano per tali crimini. L’informazione di propaganda non può inquinare il dibattito pubblico né stravolgere queste verità, così come le Istituzioni, la nostra Amministrazione non possono assumere una posizione pilatesca davanti ad atti politici e giudiziari di condanna espressi dagli organismi internazionali o davanti alle coscienze di migliaia di cittadini che hanno assistito alla morte di 50.000 civili tra donne, anziani e bambini ed alla violazione di ogni legge internazionale sull’assistenza umanitaria.  In questo contesto appare oltre modo grave la presa di posizione dell’Amministrazione comunale di Napoli contro Nives Monda e il modello etico e valoriale della Taverna Santa Chiara. Video e testimonianze ci mostrano un emblematico episodio di espressione pacifica di opinioni, di un contradittorio positivo su un tema di rilevanza mondiale, quale la pace, il rispetto delle diversità e l’autodeterminazione dei popoli che non può essere strumentalizzato con prese di posizioni di parte ma vanno sostenute in quanto risoluzioni politiche delle Nazioni Unite. Ritengo opportuno esprimere nuovamente la mia solidarietà a Nives Monda contro la presa di posizione della mia Amministrazione poiché esprimere la propria opinione contro le politiche autoritarie e violente del Governo israeliano non vuol dire essere contro il popolo ebraico. Esprimere che è in atto un genocidio non vuol dire essere contro il popolo israeliano ma vuol dire essere a favore di tutti quegli israeliani, di tutti quegli individui che credono nei valori del dialogo e della pacifica convivenza, che credono in un futuro di due popoli per due stati, nella democrazia. Prendo atto della dichiarazione dell’assessora Teresa Armato, ma ritengo che sia arrivato il momento di fare chiarezza e, per questo, mi farò promotore nella Conferenza dei capigruppo di maggioranza dell’organizzazione di una seduta monotematica con il sindaco sull’attuale contesto geopolitico per rafforzare il ruolo delle istituzioni a salvaguardia dei processi democratici. Chiederò inoltre alla presidente del Consiglio comunale di invitare a Napoli in Consiglio l’ex Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri per approfondire i temi della politica estera e del ruolo delle città a difesa dei valori europei per la Pace e i Diritti dell’Individuo“. 

Smentita su Abc

Riguardo a una sua presa di posizione favorevole alla privatizzazione del bene pubblico dell’acqua, invece, smentendo categoricamente le voci circolate, il capogruppo di Napoli Solidale ha affermato che “in questi giorni si è molto parlato delle modifiche da me proposte allo statuto di Abc, l’azienda speciale pubblica che gestisce l’acqua a Napoli. Qualcuno ha voluto intenderle come un’apertura alla privatizzazione. Niente di più falso. Sono e resto totalmente contrario a ogni ipotesi di privatizzazione dell’acqua e altrettanto contrario a qualsiasi ipotesi di trasformazione in Spa. Le modifiche che ho proposto riguardano piuttosto strumenti di partecipazione e controllo che lo statuto già prevedeva, ma che in oltre dieci anni non sono mai stati attivati. Il comitato di sorveglianza non è mai stato convocato e mai è stato redatto il bilancio ecologico. Nel 2018, in qualità di commissario di Abc, provai a colmare almeno in parte quel vuoto facendo approvare cinque bilanci arretrati, dando conto con i dati sull’impatto ambientale e sociale, ma è rimasto un caso isolato. Oggi ci viene in soccorso una direttiva europea del 2022 che impone la pubblicazione dei dati ambientali e, pertanto, si potrebbe ipotizzare di sostituire il bilancio ecologico con un obbligo già effettivo e più trasparente; e al posto del Comitato di sorveglianza mai nato, diamo finalmente forma a un comitato di partecipazione vero con 13 membri e funzioni concrete. Non c’è nulla di nascosto né di ambiguo, piuttosto un tentativo serio di rendere operativi quegli strumenti di democrazia che fino ad oggi sono rimasti lettera morta senza che nessuno dicesse una sola parola. Sostenere che da qui parta un disegno per la privatizzazione significa distorcere la realtà e seminare allarmismo. Se vogliamo difendere davvero l’acqua pubblica, dobbiamo indicare con chiarezza dove stanno i pericoli reali: nel quadro normativo nazionale e regionale che appaiono ostili all’ipotesi di mantenimento dell’azienda speciale. Non certo in chi prova a far funzionare meglio l’esistente La mia storia e il mio impegno parlano chiaro. Non cerco nemici a buon mercato, ma un confronto serio e trasparente”.

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