Serie A: Milano torna capitale

Serie A: Milano torna capitale
Esultanza Rafael Leao

Milan nuova capolista solitaria della massima serie calcistica

La Serie A italiana ha una nuova, momentanea, padrona. Avevamo cantato le lodi del Centro-Sud Italia che, alla sosta del campionato per le qualificazioni ai prossimi Mondiali, guardava dall’alto in basso gli squadroni del Nord con i campioni d’Italia del Napoli e la nuova Roma di Giampiero Gasperini in coabitazione al primo posto in classifica con 15 punti in 6 giornate; ma il mondo al contrario, almeno nel calcio, è durato lo spazio di un mattino di fine inverno.

Rafael Leao in allenamento, credit foto: PianetaMilan.it

Il tempo di riprendere a giocare, infatti, e la supremazia partenopea-capitolina si è letteralmente sciolta come fa la neve al primo sole di primavera. Da ieri è il Milan di Massimiliano Allegri, libero dalle fatiche di coppa, a comandare in Serie A dopo aver battuto in rimonta, grazie ad uno strepitoso Leao, come non si vedeva da tempo immemore, 2-1 una Fiorentina sempre più inguaiata; approfittando così dello scivolone azzurro in territorio granata (1-0 il punteggio finale a favore del Torino con goal dell’ex Simeone) e della contemporanea caduta tra le mura amiche dei giallorossi (0-1 il risultato al triplice fischio per l’Inter che, tra l’altro, con questa vittoria aggancia proprio Roma e Napoli al secondo posto in classifica alle spalle dei cugini rossoneri).

Calcio, Serie A: comanda il Centro-Sud Italia
Giampiero Gasperini – a sx – e Antonio Conte

È senz’altro presto per dire se, al pari di quello giallorossoazzurro nella precedente giornata, il primo posto temporaneo del Milan sia un fuoco di paglia oppure qualcosa destinato a restare, immoto ed immutabile, fino alla partita che scriverà la parola fine alla stagione calcistica 2025-26 oggi agli albori. Sette partite disputate su 38 sono senz’altro poche per esprimere giudizi o lanciarsi in pronostici che, alla lunga, potrebbero apparire frettolosi ed affrettati; ma, senz’altro, i rossoneri hanno dalla loro diverse frecce nel proprio arco che, alla lunga, potrebbero favorirli e condurli a spuntarla sulle agguerrite, dirette concorrenti per la vittoria finale.

Massimiliano Allegri

L’allenatore, un surplus. Anzitutto, la guida tecnica. Massimiliano “Max” Allegri, piaccia o meno l’uomo, è senz’altro un valore aggiunto in un campionato come quello italiano dove, ancora, la tattica prevale sulla tecnica e, spesso e volentieri, la mentalità del primo non prenderle e, soprattutto, del vincere non è importante ma la sola cosa che conta ha la meglio. L’allenatore livornese, non lo si dimentichi mai, di vittoria in vittoria a corto muso ha scritto pagine e mietuto successi a raffica in Italia che resteranno nella storia della Juventus e negli annali del calcio tricolore.

Rafael Leao ma non solo. In secundis, il valore/potenziale della rosa che, non prendeteci per folli, in prospettiva non è assolutamente inferiore a quella delle tre squadre che, attualmente, occupano la seconda piazza: Inter, Napoli e Roma. La punta di diamante, soprattutto quando è in stato di grazia come nel secondo tempo della partita vinta ieri sera in rimonta contro la Viola dell’ex Stefano Pioli, è senz’altro il succitato Leao. Il portoghese, infatti, è uno di qui calciatori, pochi, che ti svolta una squadra; al pari di quel Luka Modric che, nonostante i suoi 37 anni suonati, sembra un ragazzino ed è un valore aggiunto per il Milan più di quanto, al momento, lo sia Kevin De Bruyne per il Napoli. Rafael Leao e Luka Modric quindi, ma non solo. Come dimenticare, infatti, l’estremo difensore e capitano rossonero Maignan e il suo connazionale Rabiot; il centrocampista a stelle e strisce Pulisic; e, ancora, i vari Tomori, Ricci, Loftus-Cheek che, nelle mani di un mister come quello che siede attualmente sulla panchina milanista, possono fare e far compiere al Milan un salto di livello, qualità, statura da renderlo competitivo e accreditato quale favorita per il rush finale che, a maggio, deciderà e assegnerà lo scudetto.

Niente “distrazioni” europee. Come fu per il Napoli di Antonio Conte lo scorso anno che, alla fine di un torneo estenuante, si avvantaggiò delle fatiche internazionali della diretta rivale al titolo nerazzurra, cucendosi sul petto il tricolore, potrà essere questa stagione per la compagine guidata da Massimiliano Allegri. L’assenza dalle coppe europee, infatti, è innegabile che dia un vantaggio, almeno iniziale, alla squadra rossonera che, non avendo la distrazione e l’impegno dei più fronti, può concentrarsi e prepararsi unicamente sul e per il campionato. Quando, poi, come scritto, a questo si somma un allenatore come il toscano, una rosa di primissimo livello, allora nulla può essere precluso al club di Milano fondato nel 1901.

L’allenatore della Juventus Tudor

Discorso inverso a quello dei rossoneri, infine, per la Juventus, ieri caduta in casa del Como col più classico dei 2-0, che sempre più appare una squadra che ha smarrito la via per la vittoria che fatica a ritrovare. Allenatore, rosa e impegni su tre fronti mettono i bianconeri nella condizione di sfavoriti, all’interno del lotto di principali pretendenti al titolo, per la vittoria finale. Senza dimenticare che siamo solo alla settima giornata di 38 complessive e che ciò che vale oggi potrà non valere domani e viceversa; soprattutto se, in casa bianconera, saranno confermate le voci di una svolta con un sempre più imminente avvicendamento alla guida tecnica della squadra.

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