La capolista della A batte 2-3 l’Atalanta al Fratelli d’Italia ed è a +6 sull’Inter seconda
Il Napoli restituisce con gli interessi la sconfitta dell’andata alla Dea ed Antonio Conte prende i canonici due piccioni con una fava. Da un lato, infatti, umiliando i bergamaschi, checché ne pensi e dica Giampiero Gasperini che, come spesso gli accade, ha straparlato nel post-gara, ove mai ci fossero state e fossero state realmente e segretamente coltivate, spegne definitivamente le speranze scudetto dei bergamaschi che, ora, precipitano a meno sette lunghezze dalla prima in classifica che, ieri sera, è passata a domicilio sul loro terreno di gioco. Dall’altro, invece, ha rafforzato il primato nella massima serie calcistica nazionale e iniziato nel migliore dei modi il ciclo terribile di partite che, tra metà gennaio e i primi di febbraio, dopo l’Atalanta porterà gli azzurri a sfidare, nell’ordine, Juventus, Roma, Udinese e Lazio.
La gara
Napoli a Bergamo fresco di separazione dal georgiano Kvaratskheila; anche se va detto che, come accaduto sempre più spesso nelle ultime settimane, l’assenza della stella ceduta al Psg non si è neppure percepita. Pronti, partenza, via e l’attaccante della nazionale italiana Retegui gela il sangue nelle vene dei partenopei portando subito in vantaggio i padroni di casa; facendo perciò temere a Conte e ragazzi un’imbarcata simile a quella del girone d’andata al Diego Armando Maradona (0-3 per gli ospiti). Trattasi, però, soltanto di un fuoco di paglia. Matteo Politano la pareggia quasi subito e lo scozzese Mc Tominay la ribalta, consentendo agli azzurri di chiudere in vantaggio la prima frazione di gioco. La Dea la pareggia con Lookman in apertura di secondo tempo, ma Antonio Conte ed i suoi ragazzi non sono quelli dell’andata e, indifferenti alle sortite nerazzurre, continuano a macinare gioco, creare occasioni e far la partita fino a quando, al minuto 23 Romelu “Big” Lukaku buca la difesa dei padroni di casa e regala la rete vittoria alla sua squadra.
A metà febbraio la verità sul sogno quarto titolo
Il dopopartita è, come ovvio, una festa: calciatori giustamente soddisfatti nel viaggio di ritorno verso Napoli e tifosi in visibilio pronti ad accoglierli, in piena notte all’aeroporto di Capodichino, come se già avessero vinto il quarto scudetto. Ora, però, viene il bello o, se preferite, il difficile. Dopo la rediviva Juventus di Thiago Motta, rinfrancata dal successo casalingo sul Milan, in visita a Fuorigrotta nel prossimo turno di campionato, Antonio Conte ed i suoi ragazzi sfideranno, nella Capitale, prima la Roma in via di guarigione con la cura Ranieri e, dopo aver fatto visita all’Udinese in Friuli, la Lazio che due volte ha fatto già piangere lacrime amare ai napoletani in questa stagione: in Coppa Italia e in campionato. Da allora, però, come dimostra anche la vittoria di forza sul campo dell’Atalanta, qualcosa all’ombra del Vesuvio è cambiato; e se il Napoli dovesse fare almeno 8-10 punti nelle prossime quattro gare ma, soprattutto, Aurelio De Laurentiis dovesse fare quel sacrificio, più volte ipotizzato e sussurrato dal mister pugliese, sul mercato di riparazione di gennaio, allora a tifosi, appassionati, ambiente tutto sarebbe non solo lecito ma doveroso sognare quel…