Ordine Avvocati, Questura e Prefettura per l’uno o l’altro contendente
I due non si sono mai annusati, presi, piaciuti, amati. Una vecchia ruggine risalente, forse, alla campagna elettorale per la corsa a sindaco di Formia del 2018 che vide la professoressa di Scienze Naturali, Paola Villa, assurgere alla carica di primo cittadino dell’ex Perla del Tirreno in un turno di ballottaggio il cui sfidante, sconfitto, era proprio l’attuale presidente del Consiglio comunale cittadino, avvocato Pasquale Cardillo Cupo; oppure affonda le radici più indietro nel tempo, ma questo, a noi comuni mortali, non è dato sapere.
Una sfida all’OK Corral quella tra l’esponente politico di Fratelli d’Italia e la consigliera comunale del movimento civico Un’Altra Città che, in questi anni, si è alimentata di punzecchiature su giornali e social; appelli alla legalità ed attacchi sull’inopportunità tra il ruolo di legale di fiducia di soggetti pregiudicati e quello di presidente delle assise civiche formiane di Cardillo Cupo da parte dell’ex prima cittadina; paventata decadenza della Villa dalla carica di consigliera comunale per la condanna per danno erariale da parte della Corte dei Conti sulla vicenda della nomina di Mario Taglialatela a capo di gabinetto della stessa – assolta poi dal Tribunale di Cassino per il concorso in abuso di ufficio – da parte del noto politico e penalista formiano.
Insomma, un canto e controcanto, supportato e rilanciato dai sodali politici e/o imprenditoriali dei due contendenti, al quale, a Formia, ci si è oramai abituati come alla Torre di Mola o al Cisternone Romano e del quale nessuno, in città, si sorprende o scandalizza più; almeno fino ai cosiddetti fatti e/o fattacci del Bajamar: hotel del lungomare di Levante che, la notte di Capodanno, è stato teatro di un episodio di cronaca che ha ridato fuoco alle polveri e riattizzato il fuoco sotto le ceneri dello scontro Cardillo Cupo-Villa.
Galeotta fu la rissa…
Tutto parte da una rissa, consumatasi la notte del primo gennaio, tra alcuni presenti ai festeggiamenti per il nuovo anno in corso al Bajamar: struttura alberghiera gestita da un imprenditore vicino al presidente del Consiglio comunale di Formia e situata sul lungomare di Santo Janni-Gianola. All’indomani dei fatti, una parte della stampa locale pubblica indiscrezioni degli inquirenti secondo le quali, coinvolti in quella rissa, ci sarebbero noti pregiudicati della zona con il nome di uno di questi scritto a lettere cubitali su un quotidiano, un blog e rilanciato sui social della professoressa Villa. Apriti cielo! Da qui il diluvio! Il gestore della struttura si affretta a smentire le ricostruzioni emerse su parte della stampa e diffuse, Urbi et Orbi, dall’ex prima cittadina di Formia; il soggetto pregiudicato, additato a pubblico ludibrio con tanto di foto in bella vista senza neppure essere sospettato e/o indagato, si presente alla tenenza dei carabinieri di Castelforte per presentare denuncia per diffamazione contro la Villa e altri; l’avvocato Cardillo Cupo, in qualità di difensore del suddetto, attacca violentemente la professoressa di Scienze naturali e consigliera comunale definendola, testualmente, “pallonara” – bugiarda – sui propri social.
Se son fiori…
Tra un post e un altro, una minaccia di denuncia e un altra, ecco accadere un fatto nuovo che, poi, anch’esso tanto nuovo non è. A uno scritto social sulla famiglia Bardellino di quelli ai quali, da anni, Paola Villa ci ha abituati nella sua strenua lotta per la legalità sul territorio, un mazzo di fiori, lasciato sull’auto della consigliera comunale parcheggiata davanti alla sede cittadina del suo movimento “Un’Altra Città“, crea l’ennesimo casus belli: qualcuno pensa bene di chiamare la Caserma dei Carabinieri di Formia che, nientepopodimeno, scende in campo con il maggiore Quintino Russo in testa per ascoltare la Villa e, addirittura, aprire un’indagine per scoprire se quella vicenda – schernita ed irrisa sui social dai rivali dell’ex prima cittadina – possa celare un atto intimidatorio per l’attività politica e di denuncia della politica formiana. Siamo nel surreale per non dire altro; e non finisce qui…
La richiesta di soccorso al Prefetto di Latina
L’opposizione consiliare all’attuale maggioranza di centrodestra in Consiglio comunale si stringe intorno alla collega presa di mira e, mischiando di tutto e di più, dalle critiche alle amministrazioni Sandro Bartolomeo, alla chiusura del Multisala Del Mare, all’inaccessibilità del parcheggio antistante lo stesso cinema cittadino, decide che è tempo di reagire e, nelle persone dei consiglieri Luca Magliozzi, Alessandro Carta, Imma Arnone, Paola Villa, si reca in visita dal prefetto di Latina per segnalare l’inagibilità politica della minoranza e l’inopportunità del duplice ruolo di presidente del Consiglio comunale e avvocato difensore di soggetti pregiudicati di Pasquale Cardillo Cupo che, però, non ci sta e reagisce.
La solidarietà a Cardillo Cupo
L’esponente politico formiano di lungo corso chiede ed ottiene, nell’ordine, la solidarietà dei vertici provinciali del partito, di quelli regionali, dell’Ordine degli avvocati di Cassino, della Camera Penale di Latina e, “last but no least“, l’intervento del deputato Luciano Ciocchetti che, in un’interrogazione parlamentare, chiede conto al ministri degli Interni Matteo Piantedosi dell’operato del questore di Latina Fausto Vinci che, contro tutte le evidenze documentali esibite dalla proprietà della struttura alberghiera Bajamar sull’intervento, sollecitato, delle Forze dell’Ordine per porre fine ed identificare i responsabili della rissa verbale e fisica dello scorso 1 gennaio, decise, quasi a voler supportare la tesi dell’opposizione locale, di chiudere l’albergo per 15 giorni secondo il testo unico di pubblica sicurezza che, però, nella fattispecie pare non dovesse essere applicato.
L’opposizione chiama, il Prefetto risponde
In aiuto alla minoranza consiliare e, nello specifico, a Paola Villa, dopo l’Arma dei carabinieri con l’inchiesta sui fiori anonimamente lasciati sul parabrezza della sua auto, il questore di Latina Fausto Vinci con la chiusura “sospetta” di una struttura gestita da un non simpatizzante politico della consigliera, ecco arrivare, in queste ore, la nota del prefetto pontino Vittoria Ciaramella che, in qualità di presidente del Consiglio comunale di Formia, chiede a Pasquale Cardillo Cupo di far rispettare tutte le prerogative dei componenti delle assise, sia di minoranza che di maggioranza, al fine della corretta applicazione delle norme ordinarie e dei regolamenti interni.

Gianluca Taddeo: la censura della Prefettura? Non esiste
A chiudere il cerchio, per ora, un comunicato diffuso dal primo cittadino di Formia, Gianluca Taddeo, nel quale si smentisce la censura prefettizia e si condanna la presunta strumentalizzazione di chi ha diffusa la notizia emersa nelle scorse ore.
“Non è arrivata alcuna missiva di richiamo, sollecito o censura dal Prefetto di Latina: inverosimile arrivare a strumentalizzare la Prefettura – esordisce il sindaco di Formia -. Unica comunicazione arrivata, oramai quasi un mese fa, era relativa alla circostanza che quattro consiglieri di minoranza si erano recati presso l’Illustrissimo Signor Prefetto per esternare loro personali doglianze, come peraltro annunciato dagli stessi sulla stampa a più riprese. Oggi è chiaro il loro fine strumentale e questo non è più tollerabile. Abbiamo un profondo rispetto delle Istituzioni – prosegue Taddeo – e, per questo, vogliamo rendere noto e soprattutto chiarire, al fine di non generare confusione tra i cittadini, che in Comune non è mai arrivato alcun richiamo o biasimo per un comportamento o azioni compiute da questa Amministrazione, in realtà fin troppo accondiscendente ad ogni tipo di istanza o richiesta da chiunque pervenga. Il prefetto ha semplicemente informato di aver ricevuto i consiglieri di minoranza e di aver ascoltato le loro ‘presunte’ rimostranze, indicandone genericamente i contenuti, senza peraltro mai fare alcun riferimento all’Ufficio di Presidenza del Consiglio comunale o al suo Presidente, avvocato Pasquale Cardillo Cupo. Ancora una volta ci troviamo di fronte ad una strumentalizzazione da parte della minoranza, questa volta in modo ancora più grave, visto che riguarda una lettera del prefetto. L’ennesimo attacco di chi non riesce proprio a tollerare la nostra azione amministrativa che mira al ‘fare’ e non a ‘polemizzare’. Adesso, però, si sta superando il limite della democrazia e del buon senso, dal momento che simili e continue azioni ostacolano il nostro legittimo diritto e dovere di amministrare questa città nel rispetto del mandato conferitoci dai cittadini, nel miglior modo possibile e nelle dovute condizioni di serenità” – conclude il sindaco Gianluca Taddeo -.

Alla prossima puntata de “La disfida nell’ex Perla del Tirreno“, prossimamente su tutti gli schermi del Golfo di Gaeta e non solo.